Canale Telegram e Varie Cosette

Ho aperto un canale Telegram, usufruendo di questa nuova modalità di (passatemi l’espressione) “supporto creatori” a base di bot intelligenti, stelle (il nuovo token integrato nell’ecosistema) e vari giochini orbitanti attorno all’ecosistema Toncoin e limitrofi.

Phil Palm Beach

Il funzionamento delle stelle, in sostanza la moneta da usare per acquistare questo e quello nell’ecosistema Telegram, è molto semplice, e ne parlerò più avanti, anche se vi consiglio di dare uno sguardo a questo articolo.

Telegram Stars: Pay for Digital Goods and More

L’idea, nel mio caso, ha valore puramente sperimentale. Non mi ritengo un autore classificabile come “creator”, termine che ritengo più sensato come etichetta che per ragioni effettivamente semantiche e proprie. Peraltro, non mi sembra neppure di notare chissà che esplosione di questa tanto agognata economia dei creatori, oggi ancora rappresentata dal mainstream a base esclusivamente pubblicitaria, di certo anni luce lontana dalla possibilità di un rapporto economico diretto che possa sostenere un qualsivoglia autore al di fuori di logiche editoriali classiche.

Tuttavia, ci si prova. Ovvero, è possibile generare contenuti che possano risultare sensati pure in questa logica.

Il funzionamento è in realtà molto più semplice di quanto si possa credere. Lasciando da parte l’opzione di un abbonamento al canale o di una donazione per permettermi di fare sempre di più e sempre meglio, in termini di singolo item funziona così: io pubblico un contenuto particolare che a vario titolo giustifica l’essere a pagamento (il prezzo è espresso appunto in stelle), voi lo acquisite attraverso G-pay o Apple-pay (quindi normalissime carte di debito o credito) tramite acquisto di minime pezzature di stelle, che automaticamente si aggiungono al vostro wallet (no, non è il wallet TON, ma un wallet separato fatto solo di stelle) e vengono ovviamente scalate per il costo dell’item stesso. Le stelle rimanenti, come logico, possono essere utilizzate per altri acquisti.

Si tratta in sostanza di un prepagato in stelle per acquisti beni digitali. La vera questione è capire che senso possa avere un bene digitale acquistato. Nel caso di un ebook o di un video, la cosa può giustificarsi. In questo senso la mia unica domanda è che tipo di qualità possa essere veicolata da un contenuto “non mainstream” che in questa particolare topologia interpretativa risulterebbe collocarsi a mezza via tra la gratuità dei già ottimi contenuti di YouTube e la non gratuità di servizi come Netflix o affini. Insomma, a me pare che si stia parlando di un’intersezione vuota, a meno che io non sia una ragazza suadente (non lo sono) che voglia distribuire materiali audiovisivi espliciti stile OnlyFans, oppure che l’intera faccenda vada a veicolare l’acquisto di voucher per il ritiro di cannabis o altre droghe illegali.

Una bella sfida creativa, insomma. A riprova di questo basti dire che non ho traccia di creatori che stiano utilizzando questo sistema per vendere efficacemente loro contenuti (nemmeno una simil-onlyfanser come quelle che ho di sfuggita citato).

In ogni caso, fateci un salto…