Disgregazione della Decentralizzazione

La mia “tesi”, da qualche settimana a questa parte, non è tanto una tesi quanto una banale osservazione lucida e critica dei fatti che stanno accadendo. La premessa è costituita da due mie sintesi portate avanti in due articoli: il primo commenta, confutandole, alcune estensioni al mondo occidentale che il ben noto commentatore crypto Rikki deriva da sue altre considerazioni — queste sì, assolutamente esatte e direi pure illuminanti — su quello orientale circa l’adozione di Bitcoin; il secondo puntualizza altre idee espresse da Giacomo Zucco, che sembrano vere sulla carta, ma nella realtà lo sono in parte.

Mi permetto di tornare su queste due confutazioni non già, come peraltro ho ben rimarcato, per sminuire l’evidente esperienza e stimabilità di questi due illustri commentatori e addetti ai lavori, quanto per sottolineare una tendenza che a mio avviso è largamente sottovalutata, o almeno ben poco affiorante nel dibattito pubblico su Bitcoin: parlo, senza tanti mezzi termini, della totale finanziarizzazione del satoshi, inteso ormai come “oro digitale” da comprare e conservare come tesoretto personale in vista di una sua rivalutazione e conseguente cash-out futuro.

Il tema della decentralizzazione — cuore pulsante della teoria e del protocollo di Satoshi Nakamoto, inteso come base di una nuova economia delle transazioni — è praticamente scomparso dai radar, e al suo posto ha lasciato un generico riferimento alla non pignorabilità del tesoretto di cui sopra.

Siamo cioè alla disquisizione su aspetti puramente patrimoniali (grandezze stock), e non economici (grandezze flusso), come se il Sistema avesse manipolato e acutamente dirottato altrove tutta la vera discussione in tema di Bitcoin: nuovo standard, economia circolare, appunto decentralizzazione, libertà, moneta deflativa, etc…

Recente mia interpretazione nel fumetto “Perfect Day”, dove mi sbizzarrisco in storielle estemporanee.

Mi verrebbe da dire: dove siete finiti? Ossia, a che punto siamo con la rivoluzione? Ci accontentiamo di questa versione masticata e sputata fuori dai vari BlackRock di turno, oppure intendiamo procedere con proposte e implementazioni?

Io, nel mio microbico, la parte del vero bitcoiner la faccio. Ho dirottato la mia associazione verso idee e posture metodologiche assolutamente “cypher”, mi occupo di divulgazione e formazione per orangepillare il maggior numero di persone che posso, e via discorrendo. Ma qualcuno dovrebbe anche politicamente prendere la parola. In Europa avanzano legislazioni fatte da chi di Bitcoin non sa un bel nulla, si sta preparando una sperimentazione dell’euro digitale che verrà somministrata a una cittadinanza senza alcuna formazione e capacità di scorgere opportunità e minacce di questa nuova e per molti versi nebulosa tecnologia, e nel frattempo, come sapete, fioccano gli arresti e le coercizioni a danno di professionisti colpevoli solo di aver garantito privacy e sicurezza nei loro prodotti tecnologici e informatici.

Dobbiamo ancora restare a guardare o abbiamo intenzione di muoverci, di organizzarci, di definire alternative a questo stato di cose?